domenica 15 aprile 2012

Itinerario 2. Chieri - Poirino - Villanova - Chieri

È possibile scaricare il tracciato completo dell’itinerario: Mappa

Cascina con torre rotonda
L'itinerario è stato provato più volte e da persone diverse. Saremo comunque grati a chiunque voglia aggiungere osservazioni, consigli e correzioni nell'apposito spazio in fondo alla pagina.



Per una sosta a merenda è consigliato il prato dell'Agrigelateria, mentre è opportuno preventivare un picnic a Villanova d'Asti.





Punti di interesse gastronomico: a Isolabella, nella piazza della torre, ci sono un bar e un ristorante e a Villanova d’Asti, oltre a bar e ristoranti, di domenica mattina sono aperti anche molti negozi. Lungo il percorso è anche possibile una sosta per un gelato artigianale di qualità o l’acquisto di salumi e formaggi da alcuni produttori:

Agrigelateria San Pé: poco prima di entrare a Poirino, sulla sinistra della strada, si incontra la cascina San Pè (tel. 011.9452651; www.agrigelateria.it), dove i proprietari producono un gelato artigianale e naturale che è possibile consumare negli ampi spazi verdi messi a disposizione dei clienti. L’Agrigelateria è presente da Eataly, sia a Torino che a Pinerolo.

I dolci dell’Isola: entrando a Isolabella, in via Poirino 19, si incontra la pasticceria di Giacomo Menzio, aperta anche domenica mattina.

Agrisalumeria San Giovanni: a San Giovanni di Riva, in via dei Finelli 32, Sergio Peracchia produce salumi, carne per grigliate, salame della rosa, salami crudi. Uno spaccio per la vendita diretta è aperto solo in alcuni giorni della settimana (tel. 011.9469387 o 331.4028715, e-mail  peracchia2010@libero.it).

Cascina Lisa: in strada Buttigliera 100 i proprietari dell’Azienda Agricola Ettore Lisa (tel. 339.4738200 o 338.7150931, e-mail lisa.ettore@libero.it) producono formaggi e alcuni tipi di salame; all’interno della cascina è aperto un piccolo spaccio per la vendita diretta, ma i proprietari sono assenti durante tutto il periodo estivo perché seguono i loro animali agli alpeggi (Cascina Rossignolo, Sestriere Alpeggio Monterotta Grange des Alpes). 


Punti di interesse culturale: lungo il percorso si incontrano alcuni monumenti di interesse storico, che in alcuni casi è possibile visitare, ma che meritano comunque una sosta:
Riva presso Chieri, Palazzo Grosso (oggi Palazzo Comunale): costruito a partire dal 1738 da Bernardo Vittone prima e da Lodovico Maria Quarini poi, il palazzo passò ai Radicati di Bruzolo che, nel 1934, lo donarono al comune. All’interno il bell’edificio in cotto conserva una decorazione pittorica molto originale, basata soprattutto sull’uso abilissimo dell’illusione prospettica grazie alla tecnica del trompe l’oeil: nell’atrio il finto bugnato è impreziosito da una perfetta ombra indotta e assecondata dai fasci di luce che si immaginano provenire dalle aperture sulla piazza o sul giardino. Nel resto del complesso l’illusione si fa sempre più ingannevole e multiforme aggiungendo a ingannevoli fondali l’illusione di una multiforme raccolta di pezzi archeologici, di gusto disparato e di varia provenienza. Il supervisore dei lavori, quello che oggi chiameremmo direttore artistico, fu un importante personaggio della corte sabauda, Pio Grisella, conte di Cunico, inviato straordinario di nomina regia prima a Roma e poi a Genova, quindi consigliere sabaudo e riformatore della regia Università. Furono proprio i viaggi del nobiluomo, in un momento di grande fervore archeologico e antichistico poiché tra il 1738 e il 1765 si erano avute le prime sensazionali scoperte dei centri vesuviani di cui da quasi 1700 anni si era persa notizia, che ispirarono le pitture dei fratelli Torricelli, gli artisti incaricati di eseguire la decorazione.

Madonna della Rovere
Riva presso Chieri, chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: costruita a partire dal 1725 su disegno dell’architetto Plantery, cui subentrò Bernardo Vittone che vi lavorò fino alla morte avvenuta nel 1770, venne terminata solo nel 1792 grazie alla direzione dell’architetto Dellala di Beinasco. Ampiamente rimaneggiata tra il 1860 e il 1870, conserva dell’edificio del Vittone, oltre alla pianta ottagonale, la facciata e la grande cupola.

Chiesa della Madonna della Rovere: costruita nel XVII secolo, riedificata nel 1721, con bel campanile a pianta rotonda del 1740.

Cascina Tetti Bays, bell’esempio di insediamento rurale fortificato, con torre rotonda angolare.

Palazzo Valgorrera: citato nel 1152 in un diploma di Federico Barbarossa, appartenne per secoli ai Malabaila di Asti, poi ai Camera di Salasco, ai Falletti di Barolo ed ai Ferrero di Ormea. Gia' definito "veter", vecchio, in un documento del 1429 che ne descrive fedelmente la parte ancor oggi leggibile, si trova in avanzato stato di decadenza. Il bene e' tutelato ai sensi della Legge 1089/39.

Torre Valgorrera: il documento più antico in cui è nominata Torre Valgorrera risale al 1190, quando i signori Stuerda la cedettero ai Pelletta, artigiani, pervenuti, come i Malabaila, allo status nobiliare attraverso la ricchezza accumulata con l’attività di mercanti e banchieri. Queste due casate si spartirono per secoli il possesso del feudo di Torre Valgorrera, in condominio o in alternanza con altre famiglie aristocratiche, tra cui i Benso di Cavour, che già compaiono come comproprietari nelle prima metà del Seicento. E vi rimarranno, con qualche interruzione, fino al 1818, quando il marchese Michele Giuseppe decide di vendere le terre e la propria parte del castello. Suo figlio, Camillo, il grande artefice dell’unità d’Italia, aveva all’epoca otto anni.
Nel 1833 acquistarono l’intera tenuta i fratelli Nigra, banchieri, i quali fecero restaurare la torretta ottagonale confermando al maniero quell’aspetto di elegante dimora gentilizia che, pur attraverso i successivi passaggi di proprietà, ha comunque mantenuto fino ad oggi, accompagnando gli automobilisti in transito sulla strada di Isolabella. Ma basta superare il cancello ed avviarsi verso il ponte di accesso per ritrovare intatto il fascino del tempo, che si è fermato davanti alla facciata della massiccia fortezza medievale, non visibile dalla via pubblica.

S. Giovanni di Riva, casa natale di S. Domenico Savio: Domenico Savio nasce a S. Giovanni di Riva il 2 aprile 1842 da Carlo e Brigida Gaiato, secondo di dieci fratelli, figlio di un fabbro e di una sarta. La piccola abitazione che Carlo Savio, padre di Domenico, aveva affittato dal proprietario Gaetano Gastaldi, è situata nell’angolo nordovest dell’intero complesso agricolo. Al piano terreno vi era la cucina e, sul retro, un ripostiglio che dava su un piccolo portico. Al piano superiore, a cui si accedeva tramite una scala in legno appoggiata alla facciata della casa, vi erano la camera da letto dei genitori e quella dei bambini. Domenico visse in questa casa solo per due anni, perché poi la sua famiglia si trasferì in una frazione di Castelnuovo. Nel 1954 gli eredi Gastaldi cedettero al comune un piccolo pezzo di terreno su cui venne eretta la statua del santo giovinetto, morto di malattia a soli 15 anni.

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